Seguire il Venerdì Santo a Cantiano
“Più che un momento la Turba è un percorso la cui lunghezza e asperità ognuno liberamente sceglie”
È ancora buio quando, la mattina del Venerdì Santo, le prime assonnate persone si presentano in Collegiata per iniziare il percorso espiatorio della peregrinazione delle “Sette chiese”. Ci si incammina tra le vie e i colli del paese; tra canti, preghiere ed apprensione per un tempo spesso inclemente. È qui, su queste strade e tra queste chiese che, trasponendo i luoghi della passione di Gesù in questo simulacro di Gerusalemme, da secoli questa viene rievocata in una processione figurata ed allegorica. L’imponente trasposizione del mistero della condanna, morte e resurrezione di Nostro Signore trova ricostruzione scenografica in altrettanti siti che invitiamo a visitare ancor prima che essi vengano popolati dalle molte figure, ora chiassose ora mute, che lì troveremo non appena farà buio. Dalla piazza principale (piazza Luceoli) che incornicia e completa la ricostruzione ideale dei palazzi di Gerusalemme, dal luogo ove i congiurati concordano sul da farsi per eliminare il Messia, ci si incammina per via IV Novembre e piazzale Bartolucci fino a giungere al Parco della Rimembranza dove, oltrepassato il “Cedron” (torrente Tenetra) troviamo la ricostruzione del Cenacolo. Nemmeno celatamente tributo alla pittura rinascimentale, coronata da folta vegetazione ed incastonata nella splendida cerchia delle vette del massiccio del monte Catria che funge da fondale, la casa accoglierà Gesù ed i suoi per l’ultimo incontro e la supplica elevata al Padre prima che la rumorosa turba degli emissari del Tempio ponga inizio alla fine. E di nuovo in piazza, per le stesse vie, tra gli stessi palazzi che si rinviano recirpocamente il destino terreno di Gesù. Le ingiurie degli accusatori, dei falsi testimoni e della folla ad arte istruita, le percosse dei soldati. Tra le soffocate suppliche dei suoi più fedeli seguaci, dei puri di spirito, delle donne e della Madre inizia il lento supplizio che condurrà Gesù per via Allegrini e via del Fiancale sino al colle della crocifissione che sovrasta la chiesa di S. Ubaldo, ospite da tempo immemore del Santo Sepolcro e dei custodi di questa tradizione. Un attimo di pausa per godere della splendida vista sul paese e sulla verdissima teoria di montagne che lo abbracciano e magari, se la visita si svolge nel pomeriggio, il lugubre rincorrersi dei tocchi delle campane richiamerà il viaggiatore al vero oggetto della sua visita, quello che di lì a poche ore lo porterà ad essere spettatore senza per questo sentirsi estraneo. Ripercorrerà allora lo stesso cammino senza immaginare ma immedesimandosi nella vicenda sino su questo colle che si erge a testimonianza della resurrezione posta al termine di un percorso salvifico intrapreso per noi. È qui che osservata dalla sottostante piazza del Mercato o direttamente vissuta, tra la luce di centinaia di fiaccole, nell’inerpicarsi della via dolorosa, la comunione del visitatore con il mistero trova il suo culmine nello sgomento delle donne che gli annunciano la resurrezione trasformandolo in pellegrino affinché possa cercare dentro di se la dimensione della propria fede.